La carenza di ferro è una condizione da non sottovalutare, e strettamente correlata all’anemia. Poco ferro, significa anche poca emoglobina, ovvero la proteina presente nei globuli rossi che favorisce il trasporto di ossigeno nel sangue.
Una scarsa ossigenazione, dovuta a bassi livelli di ferro, rende il nostro organismo molto debole. Il fabbisogno nutrizionale di questo minerale è, invece, molto importante, soprattutto nelle donne fertili, e durante la gravidanza.
La carenza di ferro può avere diverse cause, quali:
- Una dieta povera di ferro;
- Un ridotto assorbimento di ferro;
- La perdita protratta del minerale.
In altre parole, chi non segue un regime alimentare ricco di ferro, come nelle diete vegetariane, oppure ne perde più di quello che riesce ad acquisire, a causa della gravidanza oppure di alterazioni gastro-intestinali, può riscontrare una mancanza di ferro.
Anche le emorragie o le perdite mestruali abbondanti possono causare livelli bassi di ferro e, quindi, anemia.
L’anemia da carenza di ferro prende il nome di sideropenica e si manifesta in molteplici sintomi, dal bruciore alla lingua al pallore.
In questo articolo vedremo di cosa si tratta, quali sono le conseguenze del ferro basso nel sangue, quando preoccuparsi, ma soprattutto quali rimedi possono aiutarti.
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Carenza di ferro: cos’è l’anemia sideropenica
La carenza di ferro, o sideropenia, è un disturbo nutrizionale abbastanza comune, soprattutto tra le giovani donne, in cui l'abbassamento dei normali valori di ferro nel sangue può determinare un indebolimento generale dell'organismo.
Il ferro è il minerale presente in maggiore quantità nel corpo, nello specifico circa 4 g di ferro negli adulti, come componente funzionale di enzimi coinvolti nelle più importanti vie metaboliche.
Questo prezioso metallo è presente in grande quantità nei globuli rossi, mentre il restante è conservato in depositi di ferritina particolarmente concentrati in specifici distretti:
- Il fegato;
- Il midollo osseo;
- La milza.
La deficienza di ferro comporta una netta riduzione della quantità di globuli rossi prodotti dal midollo osseo, il che si traduce in una riduzione dell’emoglobina.
Il fabbisogno giornaliero di ferro è di circa 12 mg/giorno per l'uomo e 18 mg/giorno per la donna, anche se il fabbisogno femminile di questo minerale aumenta fino a 30 mg/giorno in caso di gravidanza o allattamento.
In questi casi, assumere acido folico durante la gravidanza è fondamentale per proteggere e favorire lo sviluppo dell’embrione.
La carenza di ferro per un periodo prolungato genera una serie di sintomi nelle donne e negli uomini. Continua a leggere per scoprire come si manifesta questo deficit.
Mancanza di ferro: quali sono i sintomi
Chi soffre di bassi livelli di ferro nel sangue non ha sintomi evidenti nel breve periodo, poiché l’organismo fa incetta delle scorte di ferritina. Tuttavia, quando le scorte cominciano a scarseggiare subentrano le prime manifestazioni del disagio.
Quando si ha una carenza di ferro, i sintomi più comuni interessano diverse parti del corpo, dagli occhi ai capelli, e si manifestano in:
- Bruciori alla lingua;
- Secchezza sulle labbra e sugli occhi;
- Debolezza;
- Pallore;
- Mal di testa;
- Tachicardia;
- Caduta dei capelli;
- Unghie fragili.
Se si riscontrano questi sintomi è probabile che ci siano bassi livelli di ferro.
Al contrario, invece, una carenza di ferro in menopausa non ha sintomi evidenti, ma potrebbe essere il campanello d’allarme per un’emorragia interna.
La diagnosi di carenza si avvale di analisi del sangue utili per valutare la corretta terapia più adatta in base al problema riscontrato. Nel prossimo paragrafo vediamo come trattare la sideropenia a partire da una corretta alimentazione.
Carenza di ferro e alimentazione: cosa mangiare?
Per combattere l’anemia sideropenica è necessario seguire una dieta bilanciata assumendo alimenti ricchi di micronutrienti essenziali per la salute dell’intero organismo. Infatti, i cibi con Vitamina C e Betacarotene migliorano l’assorbimento del ferro.
Tra gli alimenti da assumere per migliorare i valori di ferritina ricordiamo:
- Carne magra, pesce azzurro e pollame;
- Uova;
- Verdure a foglia verde;
- Legumi
- Frutta secca;
- Pane, pasta e riso integrali.
Invece, bisogna evitare il consumo degli alimenti come caffè, tè, latticini, cereali e vino rosso, poiché inibiscono l’assorbimento del ferro.
Se un'attenta dieta non è sufficiente a ripristinare i normali valori di ferro nel sangue, diventa necessario ricorrere all'utilizzo di soluzioni specifiche. Continua a leggere per scoprire quali sono i trattamenti più efficaci.
Come curare la carenza di ferro con gli integratori
Gli integratori a base di ferro sono una terapia utile per curare la sideropenia. Il trattamento ha come obiettivo quello di integrare le riserve di ferro dilapidate dall’anemia. Generalmente la sostanza prescritta a tale scopo è il solfato ferroso.
Spesso, per migliorare gli effetti della terapia, insieme al ferro si prescrivono anche altre sostanze benefiche, quali:
- Vitamina C;
- Acido folico;
- Vitamine B9, B6 e B12.
La Vitamina C interviene sul metabolismo del ferro rendendolo più assimilabile. Invece, l’acido folico e le vitamine del gruppo B promuovono la formazione dei globuli rossi contrastando il senso di stanchezza che accompagna le persone anemiche.
Quando non è possibile assumere questi nutrienti con la dieta è importante seguire un trattamento adeguato in grado di ripristinare la ferritina ai valori normali.
Liberati dalla spossatezza e dalla mancanza di forza causate dall’anemia sideropenica.
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